Vivo interesse ha suscitato la Circolare dell’Agenzia delle Entrate del 30 marzo scorso – N. 6/E – che tratta delle di Operazioni di acquisizione con indebitamento, con la quale viene espressamente confermata la deducibilità degli interessi passivi per le società veicolo e sancito che, nel caso di specie, la finalità espressa dell’indebitamento riduce la potenziale elusività.
Il tema spinoso è quello delle operazioni meglio conosciute come di “leveraged buyout” o LBO per le quali un’apposita società veicolo (SPV o “Special Purpose Vehicle”) viene costituita per acquisire una partecipazione, di controllo o totalitaria, in una determinata società denominata “bersaglio” o “obiettivo, con il ricorso a strumenti di debito dedicati, poi rimborsati utilizzando i flussi di cassa generati dalla società operativa, di fatto con la distribuzione di dividendi.
La sintesi perfetta dell’operazione viene, poi, realizzata con la variante che determina la fusione – il caso del cosiddetto “Merger leveraged buyout” o MLBO – delle due società e permette di rendere disponibili per il rimborso del debito i flussi di cassa operativi.
Nel documento di prassi, la deducibilità degli interessi passivi non è ricondotta al vincolo territoriale, ma è da ritenersi sostenibile sia nella fattispecie di un soggetto o di un insieme di soggetti esclusivamente residenti in Italia, che nel caso di soggetti non residenti.
Inoltre, si sancisce che, in quanto la struttura scelta risponde a finalità extrafiscali riconosciute dal Codice Civile e che potrebbero essere imposte dai terzi finanziatori, il vantaggio fiscale che si determina non innesca automaticamente il presupposto dell’abuso del diritto in materia tributaria. Anzi, espressamente si prevede che le eventuali contestazioni formulate dovranno essere riconsiderate dagli Uffici ed eventualmente abbandonate.
Inoltre, le fattispecie discusse superano anche il “test di vitalità economica”, in tutte le ipotesi in cui si dimostri che le eccedenze di interessi passivi indeducibili e di perdite, siano esclusivamente quelle relative ai finanziamenti ottenuti dalla società veicolo per porre in essere un’operazione di acquisizione con indebitamento.
L’orientamento espresso, oltre a sdoganare una prassi spesso considerata almeno “discutibile”, dovrebbe favorire una ritrovata vivacità dell’attività del Private Equity e potrebbe anche innescare una nuova fase di investimenti e riorganizzazioni per il nostro capitalismo familiare. L’occasione è da cogliere per razionalizzare e rilanciare alcune strutture societarie e di gruppo, oggi ingessate soprattutto a causa di fasi di passaggio generazionale incompiute o inadeguate.
A questo proposito, il team STS ha definito un proprio modello d’intervento efficace e strutturato, particolarmente attento alla tutela del patrimonio degli imprenditori e alla gestione delle società operative.