Emerge in Italia il primo caso esemplare con il quale viene ipotizzata l’esistenza di una stabile organizzazione occulta di una società estera operante nella Digital Economy.
La nozione di stabile organizzazione è una delle più risalenti del diritto tributario internazionale. Essa si affianca alla “regola aurea” sulla tassazione del reddito d’impresa, secondo la quale questo è assoggettabile a imposta esclusivamente nello Stato di residenza dell’impresa medesima, salvaguardando i diritti dello Stato della fonte.
Sino ad oggi, la stabile organizzazione si è caratterizzata per il suo profilo prettamente materiale o personale. La definizione ancora oggi vigente, sia a livello internazionale che interno, valorizza la presenza nello Stato diverso da quello di residenza di una installazione stabile dell’impresa, attraverso cui questa esercita in tutto o in parte la propria attività.
L’assetto fondato sull’interazione tra gli articoli 5 e 7 del Modello OCSE è entrato in crisi con l’avvento dell’economia digitale, che si caratterizza per la dematerializzazione sia dei beni che dei servizi resi. Nonostante il crescente interesse a livello internazionale, né l’OCSE né l’Unione Europea sono finora pervenuti ad una ricostruzione condivisa. Per quanto riguarda l’OCSE, il progetto BEPS ha dedicato una specifica azione alle sfide fiscali dell’economia digitale. Tuttavia, gli Stati partecipanti non sono riusciti a concordare una nuova forma di “nexus” per l’individuazione di una stabile organizzazione nel caso di presenza dematerializzata in un dato ordinamento.
Come può desumersi dal breve quadro sin qui descritto, l’obiettivo di costruire un adeguato sistema di tassazione dell’economia digitale è lungi dall’essere raggiunto o, più semplicemente, delineato. L’incertezza che aleggia è ovviamente dovuta tanto a fattori di natura politica quanto di natura tecnica.
In questo scenario di incertezza mondiale, l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza, hanno concluso il contenzioso fiscale con il gruppo multinazionale Netflix, portando nelle casse erariali 56 milioni di euro. Questo rappresenta il primo caso, in ambito mondiale, in cui viene ipotizzata l’esistenza di una stabile organizzazione occulta di una società estera operante nella Digital Economy, completamente priva di personale e caratterizzata esclusivamente da una struttura tecnologica avanzata. Questa struttura, scrive la Procura di Milano, “sarebbe stata asservita in via esclusiva allo svolgimento di funzioni aziendali chiave per la conduzione del proprio business sul territorio dello Stato”.
Tenendo conto della posta in gioco e delle difficoltà del caso, vi è necessità per i contribuenti e per le imprese di maggior chiarezza e certezza dal punto di vista normativo.